Dall'Introduzione:
Questo lavoro si presenta subito tutto tecnico e ingrato, ristretto (nel migliore dei casi) nei limiti della pura filologia, classica e medievale: è l'edizione critica di un'opera, anzi dell'archetipo perduto di un'opera, che rappresenta una classe di scolii a Germanico, definiti Strozziani dall'ultimo editore, oltre cent'anni or sono. D'ora in avanti designeremo gli Scholia Strozziana con la sigla ɣ. Anche la nascita del lavoro appare per qualche verso irregolare: una esplorazione, dirò meglio un vagabondaggio tra i codici di Germanico, che doveva fare i conti naturalmente anche con gli scolii relativi. Poi, come a volte succede, l'interesse secondario e marginale è cresciuto per proprio conto, e ha messo in ombra (rimandato?) quello originario.