Quarta di copertina:
Con il romanzo comico Trubert (1240-1260 ca.) di Douin de Lavesne, che ha come protagonista un antieroe debole e astuto, che dissacra i misteri della religione, che traspone ludicamente ogni ordine e legge nei registri dell'osceno e della crudeltà, è davvero il topos del mondo alla rovescia che prende forma narrativa. Collocandolo per la prima volta nella tradizione folclorica delle favole d'inganno, dipanando i fili molteplici e tenaci che lo legano ai fabliaux, ma anche, sorprendentemente, alle antiche fiabe russe raccolte da Afanas'ev, ai racconti del Decameron nero di Frobenius, Carlo Donà ci dà di Trubert un'analisi a tutto campo, rivendicandone la sofisticata ingegneria narrativa, il suo farsi "romanzo", e la straordinaria inventiva bizzarra e farsesca. Trubert ci conserva materiali rilevanti del patrimonio narrativo folclorico della Francia del XIII secolo, ma soprattutto, nella fantasmagoria comica dei travestimenti e delle vendette, nel gaio immoralismo che lo pervade, riscopre il genere dell'antiromanzo, riaprendo la via che percorreranno, qualche secolo dopo di lui, Rebelais, Sterne o Gombrowicz.
Indice:
7 Introduzione
13 I. La capra variopinta (vv. 7-430)
55 II. Travestimenti e bastonate (vv. 431-1443)
91 III. Hautdecuer (vv. 1444-2226)
125 IV. Coillebaude (vv. 2227-2984)
169 V. Matiere, Conjointure e Sen
207 Note
257 Bibliografia