Commento dell'editore:
Giovannino de Grassi e Belbello da Pavia – che la committenza viscontea ha indissolubilmente legato all'offiziolo visconteo della Biblioteca Nazionale di Firenze – stanno ai capi opposti della secolare vicenda tardogotica lombarda: del 1370 è una delle prime miniature di Giovannino, intorno al 1470 si collocano le ultime opere note di Belbello. Di questa vicenda rappresentano anche due aspetti profondamente diversi per le vicende di lavoro e di vita, per il carattere e, soprattutto, per il modo in cui si rapportarono al proprio tempo e al proprio mondo: il primo in un'armonia di accordo che ne fa un esponente specifico; il secondo, invece, dal suo mondo si isolò progressivamente, in una parabola discendente da pittore di corte ad artista ospitato quasi per carità in cambio del suo lavoro.

Indice:
pag. 9 Profili
10 Giovannino de Grassi
21 Belbello da Pavia
27 La formazione di Belbello
30 Una miniatura trascurata
41 Offiziolo Visconti: Giovannino e Salomone de Grassi
44 Iconografia dell'ornato
50 Lo stile di Giovannino de Grassi
60 Il maestro e la bottega
78 Corollari
85 Offiziolo Visconti: i miniatori quattrocenteschi
89 Il maestro della Genesi
94 Il maestro del battesimo
107 Il Maestro del De Natura Deorum e Michelino da Besozzo
122 Michelino
127 Belbello 1430-35
130 Il Landau-Finally
132 Gli Acta Sanctorum braidensi e la bibbia estense
146 Il Maestro delle Vitae Imperatorum
163 Due artisti a confronto
175 Il messale di Mantova e l'opera tarda di Belbello
176 I documenti
179 Le due fasi del messale
192 Le ultime opere e l'eredità di Belbello
195 Note