Testo originale a fronte
Commento dell'editore e quarta di copertina:
«Ora me intendeti, bona zente, tuti quanti, / in chortexia et in bona ventura: / dire ve volio de li cavalieri aranti/ ch'al tempo antigo andava a la ventura...».
La Ponzela Gaia - testo anonimo trasmesso da un manoscritto della metà del Quattrocento, che qui si presenta in una nuova edizione -, si può considerare un piccolo gioiello della letteratura canterina, uno degli esempi più vivaci e godibili di quella letteratura d'intrattenimento e d'evasione, non priva di significati simbolici più profondi, che i cantastorie medievali declamavano nelle piazze di Comuni e Signorie. La bella storia, nella quale si può leggere in filigrana il pattern mitico sottostante, narra della giovane Gaia, donna-serpente e figlia della fata Morgana, e di Galvano, a cui unisce un destino d'amore e d'avventura - quelle ambages pulcerrime, quelle «bellissime tortuosità» di cui parlava Dante a proposito della materia romanzesca arturiana.
Indice:
pag. 11 Introduzione
33 Note
45 Nota critico-bibliografica
53 Bibliografia
60 Ponzela Gaia
133 Note al testo
157 Apparato
165 Appendice: Dossier Ponzela Gaia