Quarta di copertina:
Marino Falier, doge di Venezia, venne condannato alla morte per decapitazione dal Consiglio dei Dieci nel 1355, per aver ordito una congiura che lo avrebbe portato a diventare "di Venetia assoluto signore". Cone pena accessoria, il suo ritratto nella sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale fu sostituito da un quadro nero con la scritta "Hic est locus Marini Faletro decapitati pro criminibus": così, grazie all'esposizione pubblica nel luogo più prestigioso della città, la condanna del doge traditore fu perpetuata nel tempo e approvata da tutta la comunità e Marino Falier, anziché essere dimenticato, è il doge più conosciuto nella storia e più celebrato in letteratura, musica e pittura.
"Io non sono innocente […]
ma sono forse costoro senza colpe?
Io muoio, ma non invendicato:
le età lontane fluttuano dagli abissi
del tempo che verrà, e mostrano a questi occhi,
prima che si chiudano, il destino funesto
di questa orgogliosa città, ed io lancio
la mia maledizione a lei e ai suoi, per sempre!"
George Gordono Byron, Marino Faliero doge of Venice
Indice:
pag. 7 Introduzione
13 Il protagonista
57 Il contesto
83 Il processo
117 Glossario
123 Percorsi di approfondimento
125 Cronologia essenziale
135 Bibliografia minima
143 Sulle tracce del protagonista
151 La vicenda nelle arti