Manoscritti medievali nella biblioteca dei Redentoristi di Venezia (S. Maria della Consolazione, detta "della fava")

Catalogo dei manoscritti. Catalogo dei sermoni. Identificazione dei codici dell'antica Biblioteca del convento domenicano dei santi Giovanni e Paolo di Venezia

PREZZO : EUR 36,00€
CODICE: ISBN 8871155335 EAN 9788871155333
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: Prefazione di:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : , 9
DISPONIBILITA': In esaurimento


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Manoscritti medievali nella biblioteca dei Redentoristi di Venezia (S. Maria della Consolazione, detta "della fava")
Catalogo dei manoscritti. Catalogo dei sermoni. Identificazione dei codici dell'antica Biblioteca del convento domenicano dei santi Giovanni e Paolo di Venezia
PREZZO : EUR 36,00€

CODICE :
ISBN 8871155335
EAN 9788871155333

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: Prefazione di:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
, 9

ANNO:
2006

DISPONIBILITA':
In esaurimento

CARATTERISTICHE TECNICHE:
442 pagine
Illustrato
Brossura
In 8°

DESCRIZIONE:

La Congregazione del Redentore si insediò a Venezia neI 1912, quando le venne affidato ii complesso di Santa Maria della Consolazione.
Faceva parte del complesso una prestigiosa biblioteca la cui storia si intreccia nelle complesse vicende che attraversarono i tre secoli precedenti: soppressioni degli ordini religiosi, spoliazioni delle dominazioni straniere a seguito della caduta della Repubblica, alterne vicende economiche e politiche dei Padri Filippini, che condizionarono a lungo l'acquisizione libraria e la committenza musicale per l'attività dell'oratorio.
Tra i tesori dell'attuale biblioteca si annoverano un ricco Fondo antico a stampa, il Fondo manoscritto musicale e quello di libretti musicali.
Il lavoro di Quinto ha come scopo di far emergere alla conoscenza e rendere fruibile un'altra componente fondamentale del patrimonio della biblioteca, costituita dai manoscritti medievali e dalle raccolte di sermoni.
Nella prima parte del testo vengono catalogati i manoscritti medievali: si tratta di settantaquattro codici, fra cartacei e membranacei, in latino e in volgare, la maggior parte dei quali faceva precedentemente parte della biblioteca del convento domenicano dei Santi Giovanni e Paolo. Questa collezione subì numerose spoliazioni prima di essere acquistata dai Padri Filippini e poi trasmessa ai Redentoristi. "Questi piccoli, codici, scritti su pergamena di qualità mediocre o su carta povera, con cattive rilegature, privi di belle iniziali, spesso scritti male, con i margini pieni di annotazioni più o meno leggibili, contengono indicazioni di fatto molto preziose per la conoscenza della cultura ordinaria dei mendicanti", come, ad esempio, il lavoro di maestri e di studenti in preparazione ai corsi, e i testi che divenivano oggetto di lezione e studio.
Questo genere di codici, che non destavano l'interesse delle grandi biblioteche al momento della soppressione, costituiscono, in realtà, un materiale inestimabile. Questa caratteristica di poca preziosità, almeno all'apparenza, fu propria anche delle numerose raccolte di sermoni, catalogate nella seconda parte del testo: probabilmente si trattava di codici di piccole dimensioni che potevano essere agevolmente trasportati dai predicatori e che costituivano dei sermoni-modello ripetibili o comunque facilmente adattabili. Parecchie di queste raccolte sono di autori domenicani, ma sono presenti anche autori francescani e agostiniani.
Sviscerata nella terza parte del volume la questione dell'individuazione dei testi provenienti dalla biblioteca dei Domenicani, l'autore fornisce una serie di indici dei manoscritti e delle raccolte. Una parte considerevole dei testi del catalogo risulta anonima o comunque poco conosciuta: l'auspicio è che il lavoro di Riccardo Quinto apra una nuova stagione di studi intorno a questi testi.
MassimiIiano Muggianu


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