L'amicizia spirituale


PREZZO : EUR 16,50€
CODICE: ISBN 8831110187 EAN 9788831110181
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE :
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
L'amicizia spirituale

PREZZO : EUR 16,50€

CODICE :
ISBN 8831110187
EAN 9788831110181

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
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COLLANA/SERIE:


ANNO:
1997

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
168 pagine
Brossura con alette
gr 200

DESCRIZIONE:

Seconda di copertina:
Aelredo di Rievaulx (1109-1167) è la figura di maggiore spicco del monachesimo cisterciense anglosassone. Educato all'amore per le Lettere, permeato di cultura biblica e agostiniana, discepolo fedele di san Bernardo, Aelredo pone il suo insegnamento sull'amicizia deliberatamente nel solco della tradizione, della quale però non esita a rivisitare in piena libertà i contenuti. Eco delle preoccupazioni spirituali del secolo XII e riflesso dell'animo del suo autore, il De spirituali amicitia non è pertanto solo lo scritto più espressivo ed elegante dell'abate di Rievaulx - le journal de son coeur, come lo definisce giustamente Le Bail -, ma rappresenta soprattutto il più consapevole contributo della spiritualità medievale alla teorizzazione dell'idea di amicizia.
La lettura del Laelius de amicitia ciceroniano sembra aver avuto su Aelredo un'influenza analoga a quella esercitata sul giovane Agostino dall'Hortensius (Conf. III, 4, 7-8): se il santo d'Ippona ha trovato nel retore pagano un invito alla ricerca della sapienza, l'abate di Rievaulx ne ha tratto un'esortazione a riflettere sull'amicizia e, ad un tempo, un modello etico di insuperata perfezione, a cui ricondurre, almeno sul piano dell'esperienza terrena, l'esercizio degli affetti.
"All'amicizia - afferma Aelredo - appartengono in particolare quattro proprietà: l'amore (dilectio) e il sentimento d'affetto (affectio), la sicurezza (securitas) e la piacevolezza (iucunditas)" (De spir. am. III, 51). E Aelredo ammicca al suo interlocutore quando afferma: "Deus amicitia est". Anche se il Vangelo non conosce questa affermazione, Cristo aveva detto ai suoi discepoli: "Non vi chiamerò più servi ma amici" e, aggiungendo il motivo per cui li considerava degni del nome di amici: "Perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi".


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