Commento dell'editore:
Il volume, dedicato all'abbazia di Badia a Settimo (Firenze), ripercorre una storia lunga mille anni: risale infatti al 1011 il primo documento che attesta la presenza di un monastero, fondato dal conte Lotario dei Cadolingi. Le vicende di Settimo sono così ricollegate a quelle della città di Firenze, con cui fu in profondissimi rapporti. Sono inoltre descritti i tesori artistici contenuti nella Badia, come lo splendido altare commissionato nel 1639 all'Opificio delle pietre dure o le opere Ghirlandaio e della sua scuola, che la rendono un patrimonio non soltanto fiorentino ma italiano ed europeo.
Fondata nei pressi del fiume Arno – già navigabile nell'XI secolo – e sul crocevia di importanti vie, nel corso dei secoli l'abbazia accolse i pellegrini e immagazzinò enormi quantità di derrate alimentari, provenienti dalle sue proprietà terriere bonificate e dai principali scali commerciali. Centro irraggiatore della cultura (possedeva ben 150 volumi in parte manoscritti in loco), nel 1236 passò ai Cistercensi che vi portarono la sensibilità all'arte senese e a quella francese, proseguendo un cammino di apertura a culture lontane che già era presente nel periodo protoromanico. Il doloroso frazionamento tra parte parrocchiale e privata avvenne nel 1783, quando Pietro Leopoldo, sciogliendo l'Ordine cistercense, soppresse il monastero.