Nel XIII secolo, in Sicilia, l'imperatore Federico II ha l’intuizione, assieme ai letterati della sua corte, di innalzare l’antico dialetto apulo-siculo al rango di "siciliano illustre".
Federico è quindi il promotore e il mecenate presso la sua corte di una cerchia di poeti, e lui stesso compone liriche di ottimo valore letterario.
Si anima così un nuovo movimento, tra i più importanti della letteratura italiana delle origini, che anticipa la Scuola Toscana e il Dolce Stil Novo.
In opposizione al gusto precedente, pervaso da sentimenti religiosi e penitenziali, i poeti di corte confermano i contenuti propri degli ideali cortesi: celebrano le gioie e i tormenti dell’amor profano, la bellezza della donna amata, il desiderio dei sensi…