Commento dell'editore e quarta di copertina:
Con la figura dell'amata nel cuore - non più visibile oggettivo da scoprire in natura ma insegna creaturale di soggettiva e autonoma acquisizione - Giacomo da Lentini (Notaro) apre la strada alla scoperta dell'amore come possesso inalienabile sottratto alla paura ovidiano-cortese e all'angoscia della lontananza. Sarà appunto per la linea della donna dipinta nel cuore che passerà la tensione a innovare la sensualità della gioia occitanica (joi) nella beatitudine della loda, in tanto disinteressata in quanto rinuncia definitiva dell'amante non solo alla 'mercedè (indissolubile da presenza fisica), ma allo stesso vedere iconico del Notaro. Da qui - nell'ambito di una euristica sempre più aperta alla metafora scritturale - l'approdo alla stabilitas della 'sembianza' (contrapposta alla 'figura' quale «effigies sine anima»), identificantesi nel vedere-amare, in un vedere, cioè, che procede dall'amare e non viceversa (è insomma l'amore che ci fa vedere, non il vedere che ci fa amare). D'un corollario siffatto l'Autore rileva i precedenti attraverso uno strenuo itinerario, nelle cui pietre miliari s'iscrive - insieme alla poesia del Notaro, del Guinizzelli e di Dante - quella di Garzo (Laudario cortonese), di Iacopone e dell'anonimo Urbinate.

Indice generale:
7 Paragrafo I
11 Paragrafo II
15 Paragrafo III
17 Paragrafo IV
20 Paragrafo V
23 Paragrafo VI
26 Paragrafo VII
32 Paragrafo VIII
35 Paragrafo IX
38 Paragrafo X
39 Paragrafo XI
41 Paragrafo XII
45 Paragrafo XIII
66 Paragrafo XIV
67 Paragrafo XV
73 Indice analitico dei nomi e delle cose notevoli
83 Indice tematico-lessicale.