Commento dell'editore:
Tra la regina saracena dell'epica in lingua d'oïl e la dama cantata dai trovatori non sembrano esistere somiglianze: una è la bella preda di guerra nelle battaglie tra cristiani e pagani narrate dai cantori del nord della Francia, l'altra è l'amante idealizzata del poeta occitano. Eppure una connessione c'è, e sembra essere la traccia di una continuità di culti e credenze che legano l'uomo del Medioevo alle prime civiltà che hanno popolato l'Europa. Attraverso una serrata analisi dei testi e escursioni comparatistiche, questo “scavo letterario” vuole gettare una nuova luce sul processo di trasformazione e sopravvivenza di uno dei più antichi archetipi femminili, la dea di sovranità.