Poemetto quattrocentesco di Stefano Finiguerri, principale esponente della poesia satirica fiorentina. Egli si inserisce nel contesto letterario del tempo aderendo al filone della poesia comico-realistica, scegliendo la strada parodistica per la composizione delle sue opere letterarie.
In questa satira, spesso feroce, rozza nello stile, l’autore fa un elenco interminabile di strampalati fiorentini suoi contemporanei distintisi per truffe, fallimenti, ruberie e vizi di ogni genere, e narra come tutti accorrano in lunga fila ad una buca (detta di Monferrato) che si trova sul monte Morello, per far man bassa di un immenso fantasioso tesoro lì misteriosamente conservato. Li guida Tieri Tornaquinci.