Conferenza 26 Settembre 2009 - Firenze
Commento dell'editore:
L'autore della Commedia, Dante Alighieri, e colui che ha rivelato la Bhagavad Gita, Krishna, hanno come scopo comune il raggiungimento del fine ultimo della vita, che è appunto l'Amore vero, oltre false identificazioni e condizionamenti. L'aspetto rilevante che contraddistingue le due Opere è il fatto che in Dio questa natura dell'Amore è realizzata, mentre in noi, che pur siamo della stessa sostanza di Dio, è da realizzare. La meta dei ricercatori della realizzazione spirituale, in tutte le tradizioni e in tutte le epoche storiche, è dunque l'Amore, ma prima di poterlo trovare occorre fare un percorso evolutivo nel corso del quale riaffiora tutto il bagaglio interiore accumulato nel tempo, sia esso positivo o negativo.
Così Dante, prima di andare in Paradiso, deve passare attraverso l'Inferno. Ciò può essere compreso sul piano psicologico che per ottenere quello a cui il cuore aspira, occorre un lavoro di autoconoscenza, di coraggiosa indagine, al fine evidenziare i guasti della personalità e cominciare così un lavoro di restauro, di modifica delle strutture psichiche che ci tengono prigionieri nei vortici dell'ego, per ascendere verso le vette più luminose della coscienza.