Quarta di copertina:
Il tragico e il sublime nella letteratura medievale vengono esplorati con l'attenzione dovuta a testi lontani nel tempo, nel tentativo di comprendere cosa quei testi possano significare per noi oggi e quali problemi di interpretazione comportino. Sono così esaminate le tensioni tragiche e sublimi del morire, dell'amare, del conoscere e dello scrivere che emergono prepotenti in racconti, scene e liriche di poeti maggiori quali Dante, Petrarca e Chaucer, ma condivise da altri scrittori e filosofi, e riemergenti in immagini poetiche tradizionali. Leggere delle opere medievali, nella speranza che esse tocchino la nostra sensibilità, richiede un confronto continuo da una parte con l'antichità classica e la Bibbia, dall'altra con la poesia, la prosa e il teatro della modernità. Il volume si presenta così come uno studio comparatistico di letteratura europea, rivolto soprattutto alle letterature italiana e inglese, con rimandi continui dall'una all'altra sponda: un viaggio non privo di rischi, teso com'è a rinvenire, sulla scia di Dante, il senso di quel "varcare" aldilà verso l'infinito, verso l'"ombra d'Argo".
Indice:
Prefazione
I. Il vecchio e la terra: alterità e diversità di una storia medievale
II. Due versioni di una tragedia: Ugolino e Hugelyn
III. "O viva morte": amore, malinconia e l'io diviso
IV. Il tramonto, i fiori e le foglie: tradizione e immagini tragiche
V. Una scintilla d'amore: riconoscimenti medievali
VI. "Conosco i segni de l'antica fiamma": riconoscimenti danteschi
VII. "Sua disianza vuol volar sanz'ali": Maria e l'amore nella poesia del Trecento
VIII. Le foglie di Sibilla: leggendo il XXXIII canto del "Paradiso"
IX. Verso l'ombra d'Argo: "l'acqua che ritorna equale" e il sublime dantesco.