Il Santuario dei Re Italici. San Michele Maggiore di Pavia


PREZZO : EUR 15,00€
CODICE: ISBN 8869631516 EAN 9788869631511
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE :
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Il Santuario dei Re Italici. San Michele Maggiore di Pavia

PREZZO : EUR 15,00€

CODICE :
ISBN 8869631516
EAN 9788869631511

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
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EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:


ANNO:
2017

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
142 pagine
13 ill. colori, 4 ill. b/n
Brossura
cm 15 x 21 x 0,9
gr 242

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
San Michele Maggiore appare come un unicum, come un edificio sacro d'importanza molto rilevante, che non gli derivava né dall'essere abbazia, né dall'essere cattedrale, bensì dall'essere il luogo di incoronazione dei re italici. Qui i re venivano incoronati, qui si svolgevano i matrimoni e i funerali dei potenti. Chi, quando e con quali mezzi, avrebbe potuto pensare a finanziare e realizzare un tale monumento che richiedeva la mobilitazione di ingenti risorse e capacità intellettuali, artistiche materiali e finanziarie? La risposta a tale domanda ci conduce al Regno Italico (781-1024 d.C.). Lo storico Giuseppe Robolini propose, due secoli fa, che la ricostruzione del San Michele avvenisse interamente sotto il vescovato di Liutfredo o Litifredo II (quindi tra il 943 e il 970). Quel vescovo "dovette avere grande influenza nelle deliberazioni di Corte e di Stato". Dal San Michele di Pavia trassero ispirazione gli Abati benedettini di Cluny, per fondare una nuova architettura. In quegli anni, il rinnovato ordine benedettino attuava in Pavia un ampio programma edificatorio: il monastero di Santa Maria (fondata da San Maiolo e in seguito a lui stesso dedicata), la ricostruzione di San Pietro in Ciel d'Oro, già edificata dal re longobardo Liutprando, e dell'Abbazia del Santo Salvatore, voluta nel 971 da Adelaide. Tutte queste considerazioni c'indirizzano a datare l'architettura del San Michele attuale a tale periodo. Tanto più che bisogna escludere un'integrale ricostruzione della basilica in pietra (è l'unica chiesa medievale di Pavia costruita con l'uso quasi esclusivo, all'esterno, di materiale lapideo) in un altro periodo storico, meno che meno in un sec. XII quando le incoronazioni regali non si svolgevano più. La leggenda d'un terribile terremoto, che avrebbe distrutto tutto, ha spinto gran parte degli studiosi e commentatori dell'ultimo secolo a datare la Basilica San Michele ad un'epoca "impossibile": un ricco sacrario per incoronare i re, quando il regno non esisteva più!

Quarta di copertina:
San Michele dai mille colori, dai ricchi mosaici pavimentali e dai raffinati rilievi policromi, che ornavano ogni angolo dell'edificio. Qui i re d'Italia venivano incoronati, qui si svolgevano i funerali dei potenti, perché l'antico psicopompo ne portasse l'anima verso il cielo: che importa se era l'Empireo, il Walhalla o il Paradiso? La leggenda d'un terribile terremoto, che avrebbe distrutto tutto, ha spinto gran parte degli studiosi e commentatori dell'ultimo secolo a datare la Basilica di San Michele ad un'epoca "impossibile": un ricco sacrario per incoronare i re, quando il regno non esisteva più!
Dopo i contrasti con Berengario del Friuli, primo re franco-italico, il vescovo Liutfredo impegnò tutte le proprie energie per controllare il potere civile, a partire da una ricca cornice per le incoronazioni, per rendere evidente che la sacralità del re dipendeva da quella corona, che il vescovo gli poneva solennemente sul capo. Era l'anno 950, poco prima o poco dopo… dallo scrigno policromo del San Michele di Pavia trassero ispirazione gli Abati benedettini di Cluny, per fondare una nuova architettura.


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