Commento dell'editore:
Contributo alla storia dell'oreficeria e dell'iconografia.

Seconda di copertina:
Il libro analizza, nei suoi molteplici aspetti, il Reliquiario destinato a custodire la reliquia più importante di San Galgano, la sua testa, realizzato per l'abbazia cistercense di S. Galgano nei pressi di Chiusdino, in provincia di Siena.
Testimonianza figurativa di eccezionale interesse della produzione di oreficeria medievale non solo italiana, ma europea della seconda metà del tredicesimo secolo, il Reliquiario è, al tempo stesso, oggetto di altissimo valore simbolico e rappresenta dunque un documento di grande importanza non solo per lo storico dell'arte che intenda affrontare la ricostruzione di questo specifico settore della produzione artistica, ma anche per lo storico.
Del Reliquiario sono perciò studiati non solo gli aspetti formali, ma se ne chiariscono la funzione e il messaggio che i cistercensi affidarono al prezioso contenitore, affrontando l'analisi della complessa e allusiva iconografia la cui fonte primaria viene individuata nella Vita Sancti Galgani stilata da un dotto monaco cistercense nella seconda metà del Duecento. Nell'opera prende forma infatti il ciclo figurativo più antico, sinora noto, dedicato a San Galgano ed è qui che la spada infissa nel terreno diviene emblema della conversione del Santo.
Attraverso l'analisi del Reliquiario nel contesto della produzione artistica della seconda metà del tredicesimo secolo, se ne propone l'attribuzione al celebrato orafo senese Pace di Valentino e ai suoi "consotii" e se ne ipotizza la datazione all'inizio degli anni settanta del Duecento: tale datazione, significativamente, viene ad essere confermata da quanto emerge dal complesso programma iconografico. Seguendo questo percorso si giunge anche alla ipotetica ricostruzione dell'attività di Pace di Valentino, certamente uno degli orafi più importanti a Siena prima di Guccio di Mannaia e di Duccio di Donato.
Il libro comprende anche una Appendice documentaria divisa in due sezioni: la prima contiene documenti riguardanti la storia del Reliquiario, la seconda quelli degli orafi senesi dalla metà circa del XIII all'inizio del XIV secolo.
Infine, quale testimonianza del culto della reliquia della testa di San Galgano a Siena, è stata riprodotta anche la relazione della processione della Domenica in Albis del 1649, nella quale fu portato il Reliquiario, compilata dal bilanciere del monastero di S. Maria degli Angeli detto del Santuccio, dove l'opera era allora conservata.

Sommario:
pag. 17 Presentazione
21 Capitolo primo. Vicende storiche del Reliquiario
25 Introduzione
33 La venerazione della reliquia della testa di San Galgano e il 'percorso' del Reliquiario
59 Capitolo secondo. Il Reliquiario nel contesto della produzione artistica della seconda metà del XIII secolo
61 La tecnica e la tipologia: una singolare microarchitettura
90 La corona per la reliquia della testa di San Galgano
103 Vicende critiche
105 Pace di Valentino e altri orafi senesi della seconda metà del Duecento
110 Pace di Valentino per l'Opera di San Iacopo a Pistoia nel 1265
115 Pace di Valentino e la patena per il calice d'oro dell'Opera di San Iacopo a Pistoia
117 Il calice di Sant'Atto
141 La 'Croce Santa' di Castiglion Fiorentino
169 Caratteri stilistici del Reliquiario. Un eccezionale programma iconografico
Appendice documentaria
259 Sezione I. Il Reliquiario
275 Sezione II. Orafi senesi dalla metà del XIII secolo all'inizio del XIV
344 Elenco degli orafi senesi
345 Indice dei nomi degli orafi citati nell'Appendice documentaria (Sezione II)
I-LXXII Giovan Battista Cenni, Relatione della general processione fatta in Siena nella Domenica in Albis M.DC.IL.
Apparati
349 Relazione e documentazione grafica del restauro
355 Bibliografia
367 Indice dei nomi
373 Indice delle opere
377 Indice delle illustrazioni