Il Processo di condanna di Jeanne la Pucelle. Dal Manuscrit d'Orléans


PREZZO : EUR 12,91€
CODICE: ISBN 8876950974 EAN 9788876950971
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: ,
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : , 9 - Collana di studi sulla civiltà francese
DISPONIBILITA': Esaurito


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Il Processo di condanna di Jeanne la Pucelle. Dal Manuscrit d'Orléans

PREZZO : EUR 12,91€

CODICE :
ISBN 8876950974
EAN 9788876950971

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: ,

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
, 9
Collana di studi sulla civiltà francese

ANNO:
1992

DISPONIBILITA':
Esaurito

CARATTERISTICHE TECNICHE:
158 pagine
Brossura

DESCRIZIONE:

Quarta di copertina:
A distanza di quasi oltre cinque secoli da quando un Tribunale patrocinato dall'Inquisizione e presieduto dall'illustre vescovo cattolico Cauchon, attorniato dai più eminenti "maîtres et docteurs" dell'Università di Parigi (la Sorbona), ha mandato al rogo Jeanne la Pucelle (1431), molti dubbi e interrogativi rimangono. Ad essi non è stata data risposta da parte della critica apologetica di tendenza cattolica (ahinoi preminente), soddisfatta delle conclusioni a cui perverrà venticinque anni dopo un Tribunale (ovviamente cattolico) della riabilitazione e paga di assai tardive proclamazioni di beatitudine (1909) e di santità (1920). Ma neppure è stata fornita dalle severe analisi di parte laica, che tuttavia ci hanno offerto un'enorme documentazione su cui esercitare una approfondita disamina degli avvenimenti: e tra queste è appunto il testo curato dal Doncoeur, da noi diffuso in un'edizione universitaria e commentato qui con i dovuti confronti, sia con la traduzione ufficiale in latino del Processo di condanna (l'Instrumentum sententiae) che con la più fedele - ma incompleta - trascrizione della minuta notarile (minute française), ovvero del Manuscrit de d'Urfé.
Ma dicevamo della critica laica: per comprensibile amor di patria nessuno ha osato compiere un'operazione in profondità sulle parole stesse di Jeanne, sulle sue risposte autentiche, sulle esitazioni, le contraddizioni, i rifiuti manifesti, le ostinate esaltazioni, da lei negate con l'atto di abiura dapprima, poi rivendicate fino ad offrirsi al carnefice in un'orribile morte. Anche chi ha preso le distanze dall'aura di santità concordata tra la borghesia benpensante e la Chiesa (forse voluta più dai primi, paradossalmente, per evidenti ragioni politiche) non se l'è sentita di intaccare la figura di donna assurta a emblema di unità e d'indipendenza per l'intera nazione francese: non c'è raziocinio o colore politico che tenga di fronte ad un mito del genere.
L'analisi da noi operata non pretende di apportare nuove rivelazioni sulla vita e sulla morte della Pucelle, né di offrire giudizi atti a ridimensionarne la figura: ma è certo che l'attenta lettura di un testo che, pur nella rozzezza linguistica di un frettoloso copista, riporta l'autentica voce di Jeanne alternata alle tristi ma rigorose domande dei suoi giudici, ci induce a maturare una diversa valutazione degli avvenimenti, che nel presente commento appaiono tuttavia senza diretta intenzionalità, ma che formeranno certo oggetto di una più aggiornata demistificazione.


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