Testo latino a fronte
Commento dell'editore e quarta di copertina:
«Forse la storia universale è la storia di alcune metafore» ha scritto Borges una volta, dando avvio a una luminosa riflessione sulla raffigurazione di Dio e dell'Essere come «sfera infinita». E la storia di tale metafora non può prescindere dalla seconda sentenza di questo "Libro dei ventiquattro filosofi", enigmatico testo medievale che raccoglie, come racconta il Prologo, le definizioni di Dio, concise e folgoranti, enunciate da ventiquattro sapienti riuniti in simposio: «Dio è una sfera infinita, il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo». Sentenza destinata a esercitare un fascino inesausto sulla cultura europea, dal Medioevo fino al simbolismo geometrico del Romanticismo tedesco: per secoli la metafora della sfera divina stimolerà la meditazione sull'infinità di Dio (da Alano di Lille a Bonaventura, a Meister Eckhart) e alimenterà una critica della fisica classica (come in Tommaso Bradwardine e Nicola Cusano) che prelude al pensiero di Giordano Bruno e alla cosmologia di Newton. E già questo basta a far comprendere che ci troviamo di fronte a un crocevia filosofico e mistico dell'Occidente medievale.
Seconda di copertina:
La versione italiana che accompagna il testo latino offre al lettore moderno la possibilità di avvicinarsi con agio a questo scritto oscuro e affascinante, senza peraltro tradirne il carattere enigmatico, le particolarità stilistiche e le immaginifiche suggestioni. L'ampio saggio introduttivo espone le dottrine teologiche e le prospettive filosofiche che intessono Il libro dei ventiquattro filosofi, riconducendolo, sulla scorta di elementi letterari e dottrinali, al platonismo cristiano della seconda metà del XII secolo.
Terza di copertina:
"Dio è la tenebra che rimane nell'anima dopo ogni luce".
Indice:
pag. 9 Origine e natura del Libro dei ventiquattro filosofi
51 IL LIBRO DEI VENTIQUATTRO FILOSOFI
103 La fortuna del Libro dei ventiquattro filosofi nel Medioevo