Commento dell'editore:
«La Cappella dei Magi in Palazzo Medici Riccardi è uno di quei luoghi d'Italia (molti, ma non moltissimi) in cui la storia e le arti sembrano addensarsi, fino a raggiungere un grado assolutamente eccezionale di testimonianza del passato. E per giunta, di un tratto di passato straordinariamente celebrato, amato e indagato fino a diventare un mito: l'età del Rinascimento in Firenze, al tempo dei Medici. (…)
Dalla conclusione del restauro, e dalle pubblicazioni che ne seguirono (sia indipendenti, sia nell'ambito delle manifestazioni laurenziane), sono passati quasi dieci anni, ed è ora quanto mai opportuno che il succo di quegli scritti sia distillato da Franco Cardini, autore di tanti illuminanti studi sul Medioevo e Rinascimento fiorentino nonché sulla cappella, in una sintesi cui il testo finale di Lucia Ricciardi aggiunge informazioni utili a orientarsi nella fitta selva di immagini araldiche, simboliche e allegoriche collegate alla famiglia Medici. (…)
Se è vero – noi ci crediamo – che ogni antica testimonianza della creatività umana porta il segno della propria unicità e irripetibilità, è a maggior ragione unica e irripetibile la Cappella dei Magi, dove l'arte, la fede, la cultura e il potere si sono alleati in una congiuntura eccezionale di circostanze, per donare al mondo un capolavoro di capacità evocativa senza uguali. Dalle pareti della cappella, nel riverbero degli apparati preziosi che le incorniciano, le pitture di Benozzo coniugano il passato remoto della Natività e dei Magi con il presente della Firenze quattrocentesca, presentandoci il ritratto collettivo, affascinante e ancora misterioso, di una casata prima inter pares nella società del suo tempo: i Medici all'apogeo della pienezza familiare e della ricchezza nel felice anno 1459, dall'anziano Cosimo al figlio primogenito Piero, ai nipotini Lorenzo e Giuliano, con i consanguinei, gli alleati, gli ospiti illustri. Ammessi tra quelle memorie, ancora tanto vivide ed espressive dopo più di cinque secoli, compianmo ogni volta un breve viaggio a ritroso nel tempo, che ci arricchisce e ci emoziona.»
(Dalla prefazione di C. Acidini Luchinat, Soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure.)