Seconda di copertina:
Le due province di cui questo libro presenta i "castelli" (cioè le architetture fortificate) sono il "ventre agricolo" della Lombardia: le piatte, fertili terre della ''Bassa", ricche di acque, di grano e di armenti. Sono, al contempo, terre di frontiera, al centro di influenze politiche e culturali diverse: milanesi, venete, oltrepadane. Il territorio cremonese fu per lungo tempo diviso tra il Ducato di Milano e la Serenissima; Mantova fece, per gran parte della storia medievale, rinascimentale e moderna, stato a sé: piccolo, debole, ma artisticamente e culturalmente sommo, al punto di usare la sua influenza artistica come elemento di sopravvivenza tra i suoi più forti e turbolenti vicini.
Tutto ciò ha lasciato ampia, e caratteristica, traccia nelle fortificazioni del territorio. Le terre cremonesi e mantovane sono ricchissime di castelli. Alcuni sono tra i pìù importanti, scenografici e significativi dell'intera Lombardia: basti pensare al poderoso, austero castello mantovano di San Giorgio, con quell'incredibile, assoluto gioiello ch'è la Camera degli Sposi del Mantegna; oppure a quella "piccola Atene" ch'è Sabbioneta, città ideale dei trattatisti rinascimentali sorta quasi dal nulla, per pura volontà di un colto dinasta, tra i campi della pianura Padana; o alle cupe, formidabili bastionature di Pizzighettone, possenti pur nella loro attuale decadenza; o, ancora, allo splendido gioiello campestre di Pandino, "villa di delizie" di Beatrice della Scala prima che fortificazione viscontea, che pure assicurava il possesso delle terre oltre l'Adda; o, infine, alla superba rocca di Soncino, forse la miglior architettura militare sforzesca (cioè d'una dinastia che pure fu tra le massime costruttrici di castelli d'Italia, e a cui si devono Vigevano, Bellinzona, Galliate, lo stesso castello milanese).
E tuttavia l'aspetto forse più interessante, e non solo scientificamente, dell'architettura fortificata di queste province non sta tanto - qui come altrove - nelle "emergenze", ma nel "tessuto": in quel ricco fiorire di medie e piccole fortificazioni, oggi spesso smozzicate e quasi sempre trasformate, che pure ancora costellano il territorio e ne costituiscono una delle più importanti - e delle più rivelatrici - tra le sue "chiavi di lettura". Un aspetto tra tutti, peculiare delle nostre province: le numerose, importanti - storicamente e architettonicamente - residenze castellate e residenze agricole fortificate che punteggiano i fondi rustici della Bassa mantovana e cremonese. Qui il passaggio dall'unico tipo del castello - residenza signorile e centro curtense - ai due tipi complementari della villa (residenza del signore) e della cascina (struttura produttiva agricola) è ben visibile e documentato.
Questo patrimonio è l'oggetto primario del libro. Esso è il frutto del lungo lavoro di censimento delle opere fortificate lombarde compiuto in un quindicennio dalla Sezione Lombardia dell'Istituto Italiano dei Castelli con l'aiuto economico della Regione. Le schede di censimento sono state sintetizzate in maniera ragionata così da costituire una veloce ma precisa "radiografia" dei beni culturali d'architettura fortificata presenti sul territorio.

Sommario:
pag. 10 Il censimento delle opere fortificate della Lombardia: note sulla metodologia
14 La simbologia: scelte e caratteristiche
16 I risultati del censimento nelle province di Cremona e Mantova
22 Un argomento da non sottovalutare: il degrado delle strutture fortificate
26 Bibliografia
31 Castelli della provincia di Cremona
87 Castelli della provincia di Mantova
174 Indice delle fortificazioni schedate