Caposaldo della cultura occidentale è il mito arturiano dei cavalieri della Tavola Rotonda, di Parsifal, di Galahad e di Lancillotto che partono alla ricerca del Sacro Calice, in cui Cristo bevve durante l'Ultima Cena e nel quale Giuseppe d'Arimatea raccolse le gocce del suo sangue mentre agonizzava sulla croce, portandolo poi con sé in Francia e in Inghilterra nella sua opera di evangelizzazione di quelle terre. Ma al di là del mito, il Graal è stato e continua a essere sorgente perenne di vita spirituale.
In questa antologia di racconti il Graal è tutto ciò che rappresenta lo scopo e la meta della ricerca spirituale che ognuno di noi compie, anche inconsciamente, nel corso della vita. E, in effetti, il Graal in senso stretto, cioè calice dell'Ultima Cena, che molti (Indiana Jones compreso) si affannano a cercare ovunque, compare solo in alcuni dei racconti e dei versi che compongono questo volume. In tutti gli altri si spazia dal passato al presente, al futuro: dai riti vudù del lussureggiante Sud degli Stati Uniti alle tribù zingare dell'Est europeo, dal calderone magico delle leggende celtiche alla lampada di Aladino, dalla scimmia nocchiera della barca del dio Ra alla semplice ricerca delle proprie radici, dalle storie di elfi e gnomi all'esistenza di un secondo Graal, forse la coppa in cui bevve Giuda durante l'Ultima Cena, i cui poteri sono malvagi per definizione, perché l'oggetto è appartenuto all'uomo che nella nostra tradizione è assurto a simbolo del tradimento…