Danza e Rinascimento. Cultura coreica e "buone maniere" nella società di corte del XV secolo


PREZZO : EUR 21,00€
CODICE: ISBN 888785212X EAN 9788887852127
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : I Libri dell'Icosaedro
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Danza e Rinascimento. Cultura coreica e "buone maniere" nella società di corte del XV secolo

PREZZO : EUR 21,00€

CODICE :
ISBN 888785212X
EAN 9788887852127

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
I Libri dell'Icosaedro

ANNO:
2011

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
176 pagine
Brossura con alette
cm 17 x 24 x 1,2
gr 405

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore e quarta di copertina:
Nel corso del Quattrocento, la corte, complice la cultura umanistica, elabora una nuova forma del vivere e un gusto raffnato in tutte le arti. Accanto allo studio della retorica e della grammatica latina, l'aristocrazia pratica la musica e la danza. I nobili, ora non più solo uomini d'armi, imparano la civiltà e le buone maniere, per divenire uomini di potere e colti mecenati. All'interno dei vari momenti espressivi della festa rinascimentale e della vita di palazzo, la danza, al pari di altre componenti, costituisce uno dei modi di espressione della cultura della corte, grazie alle funzioni di intrattenimento sociale e di forma spettacolare. L'affermarsi della fgura di un maestro, nel contempo un teorico e un pratico del ballo, e l'introduzione del trattato di danza fanno sì che il ballare, investito dei canoni umanistici, assurga al rango di vera e propria arte, diventando così una componente indispensabile della formazione dei prìncipi e degli aristocratici e un requisito fondamentale del cortigiano. Nel XV Secolo, l'accumulo dei documenti contenenti le tracce dei corpi danzanti segue logiche molto diverse da quelle che portano oggi ad analoghi processi di conservazione: ciò che determina i criteri di selezione, reperibilità, accumulazione e accessibilità è legato ad una idea di la danza come esperienza memorabile e perciò codifcabile i quei depositi di memoria attiva che sono i trattati orchestici. Il volume affronta questo tipo di fonti, per lungo tempo «sacralizzate» nelle narrazioni storiche, come punto di riferimento, spesso non suffcientemente problematizzato, per la ricostruzione della danza rinascimentale tout-court. Per quanto concerne la danza del XV secolo i documenti sono dei prodotti fnalizzati a fssare un fatto memorabile, a testimoniare rapporti tra soggetti socialmente rilevanti, a mettere in evidenza relazioni tra le istituzioni e tra queste e gli individui, a documentare il processo e a mostrare l'esito di una trasmissione consapevole di saperi, tecniche e azioni. Questo studio, pertanto, si propone di indagare processi di memorizzazione di corpi in azione, analizzare e studiare testi, manufatti e monumenti come traccia di una rete di condizioni, ricostruire le relazioni che qualifcano la percezione e la presenza di azioni simboliche in un contesto. Ciò che ricorre o permane nel tempo non sono oggetti, ma pratiche, che ci sono giunte soprattutto attraverso i trattati, memorie di coreografe annotate con lievi o vistosi scarti nelle indicazioni performative, a seconda delle diverse redazioni, traccia di evidenti processi di conservazione e trasmissione di azioni etichettate come danze. Studiare la danza del XV secolo in Europa, e in Italia in particolare, signifca liberarsi dal dominio di un assetto consolidato, per poter constatare i mutamenti, il progressivo trasformarsi del senso entro i nascenti meccanismi della memoria storica. Signifca ricostruire la trasmissione, la persistenza e il tramonto di pratiche e tecniche attraverso lo sguardo degli spettatori coevi, tenendo presente che la registrazione dell'azione, scritta o per immagini, avveniva per ragioni e condizioni, secondo tradizioni, codici e materiali altri rispetto a quelli che producevano l'azione del danzare.

Indice:
pag. 5 Tra premessa e cenno autobiografico
12 Introduzione
17 1. Contesto
18 2. Sguardo
18 3. Pensiero
18 4. Corpo
19 5. Altre questioni di metodo
Capitolo primo - Dal corpo alla parola: i trattati italiani di danza del XV secolo
24 1. Introduzione
26 2. La trattatistica
29 3. De arte saltandi et choreas ducendi
31 4. Libro dell'arte del danzare
33 5. De pratica seu arte tripudii
37 6. Conclusione
Capitolo secondo - La danza di Domenico da Piacenza tra Medioevo e Rinascimento
38 1. Introduzione
39 2. Domenico da Piacenza e il suo trattato sull'arte del ballo
45 3. La sapienza dei piedi
46 3.1 Il moto corporeo
54 3.2 Fantasmata
56 4. Progressi tecnici della coreografia
59 5. La danza di Domenico tra spettacolarità romanza e festa rinascimentale
61 6. Conclusione
Capitolo terzo - Scienza, educazione, arte e magia nella danza di Gugliemo Ebreo da Pesaro
65 1. La danza e il cosmo
70 2. Guglielmo precettore del corpo alla corte degli Sforza
71 2.1 Danza e pedagogia umanistica
77 2.2 Danza ed educazione alla corte degli Sforza
87 3. Conclusione
89 Capitolo quarto - Tradizione vestimentaria e prassi suntuaria nella danza di corte del XV secolo
Capitolo quinto - La danza di corte alla prova della prassi
98 1. Introduzione
99 2. I principi teorici dell'espressione
106 3. Volto e affetti al femminile
109 4. Danza sociale e balli spettacolari
114 5. Le danze pantomimiche
118 6. Conclusione
Capitolo sesto - Trasmissione e ricezione del ballo. Il caso di Verçepe di Domenico da Piacenza
119 1. Onomastica e danza
120 2. Verçepe
Capitolo settimo - Natura e mito nella danza del Quattrocento
126 1. Premessa
126 2. Introduzione
128 3. La piva "ballo è da villa"
132 4. I balli di Venere e Amore
137 5. La danza tra magia naturale e magia spirituale
140 6. Conclusione
Capitolo ottavo - Danza e nascita della storiografia in età moderna
141 1. Introduzione
144 2. Festa e condensazione storiografica nel Quattrocento
151 3. Danza e consapevolezza della storia nel XVI secolo
151 3.1 Thoinot Arbeau
152 3.2 Rinaldo Corso
154 3.3 Fabrizio Caroso e Cesare Negri
159 4. Conclusione
161 Indice dei nomi
173 Indice


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