La Cronaca di Pietro della Gazzata nella tradizione del codice Crispi
Commento dell'editore:
La Cronaca di Pietro della Gazzata nella tradizione del codice Crispi, di Reggio Emilia, che dal medioevo ad oggi, permette ai reggiani di riappropriarsi della propria storia.
Dalla presentazione di Maurizio Festanti, direttore della biblioteca Panizzi: "Affidate alle fragili carte di un manoscritto, giungono fino a noi, dopo oltre cinque secoli, le pagine della memoria più antica della nostra comunità, scritte dal notaio Sagacino Levalossi e dall'abate Pietro della Gazzata affinché rimanesse una testimonianza perenne degli eventi di cui furono in parte testimoni.
"Incipit cronica ad perpetuam rei memoriam", inizia la cronaca a perenne memoria delle cose: è con queste parole infatti che il cronista inizia il proprio racconto, in cui vengono ripercorse le drammatiche vicende, intessute di battaglie, di carestie, di assedi e di saccheggi, che la nostra città conobbe tra la morte di Matilde di Canossa e la seconda metà del Trecento. E in quelle parole si coglie non solo un auspicio ed una speranza, ma anche la consapevolezza dell'alta missione che lo storico viene ad assumersi come custode della memoria collettiva. Ora si può ben dire che l'obiettivo che l'antico cronista si riprometteva è stato pienamente raggiunto: grazie al tempestivo e generoso intervento della Fondazione Giulia Maramotti il manoscritto del Chronicon Regiense è stato recuperato dopo che per due secoli se ne erano smarrite le tracce ed è stato donato alla Biblioteca Panizzi perché fosse restituito alla nostra comunità.
Non solo: la stessa Fondazione ha voluto che fosse approntata da valenti studiosi reggiani anche la presente edizione che ripropone il testo della cronaca in una rigorosa trascrizione, accompagnata da un ricco corredo di apparati critici e dalla traduzione, creando in questo modo le condizioni affinché tutti i reggiani possano davvero riappropriarsi della propria storia." (...)