Primo volume
Commento dell'editore:
Il racconto narra la vita, gli amori e gli intrighi che ruotano intorno alla vita di Bona Sforza (Vigevano 2 Febbraio 1494 – Bari 19 Ottobre 1557), figlia del duca di Milano Giangaleazzo Sforza e di Isabella d'Aragona, figlia del re di Napoli. Una principessa destinata a diventare regina di Polonia e duchessa di Bari.
Siamo in pieno XVI secolo. Gli avvelenamenti sono una costante nella vita dell'epoca, e di quella della regina in particolare. Muore infatti per avvelenamento il padre, il giovane duca di Milano, Giangaleazzo. Un sistema rapido per fare uscire di scena lui e la volitiva duchessa di Milano, sua moglie Isabella d'Aragona. La morte del nipote è voluta da suo zio, il potente Ludovico il Moro, per usurpare il ducato e farsi proclamare lui duca di Milano. Isabella è costretta a lasciare il suo ducato, dove era stata musa ispiratrice di Leonardo da Vinci, e a rifugiarsi al castello di Ischia con le due figlie piccole, Ippolita e Bona. Riesce ad ottenere il ducato di Bari e, subito dopo la morte di Ippolita, prende possesso con la piccola Bona del Castello. La vita al Castello di Bari e nel ducato attraversa periodi di pace nei quali Isabella e Bona riescono a rendere la vecchia fortezza un vero palazzo rinascimentale con feste, balli, incontri di letterati, poeti e musicisti. Il 6 dicembre, giorno di san Nicola, Bona sposa, per procura, Sigismondo Iagellone, re di Polonia e Granduca di Lituania. Con un lungo viaggio attraverso l'Adriatico, da Manfredonia a Fiume, raggiunge la Polonia, dove diventa una grande sovrana capace di apportare innovative riforme in particolare religiose, giuridiche e agrarie. Dalla Polonia controlla tutto il Ducato di Bari. Bona decide di ritornare a Bari. ll suo pensiero principale è quello di riprendere la guida diretta del ducato, rimastone senza dopo la morte prematura della madre. All'improvviso Bona si ammala. I medici non possono far nulla. Si parla di avvelenamento. Bona peggiora, e muore, lasciando in tutti grandissimo rimpianto.
Sepolta prima in Cattedrale, viene poi portata nella Basilica di san Nicola e deposta in un sarcofago, in un mausoleo marmoreo voluto dalla figlia Anna.
Primo di 3 volumi.