Barbari e infedeli nell'alto medioevo. Storia e miti storiografici


PREZZO : EUR 55,00€
CODICE: ISBN 8879883240 EAN 9788879883245
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : , 26
DISPONIBILITA': In esaurimento


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Barbari e infedeli nell'alto medioevo. Storia e miti storiografici

PREZZO : EUR 55,00€

CODICE :
ISBN 8879883240
EAN 9788879883245

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Autore:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
, 26

ANNO:
2011

DISPONIBILITA':
In esaurimento

CARATTERISTICHE TECNICHE:
472 pagine
Brossura
cm 17 x 24 x 2,8
gr 916

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
Su Goti, Longobardi e Franchi, in quanto "barbari" di successo divenuti dominatori dello spazio italico, sono stati versati i classici fiumi d'inchiostro, ed è facilmente credibile che ancora se ne verseranno dal momento che molto su di essi rimane da conoscere e da discutere: perché e come i Goti di Teodorico scomparvero dalla storia senza lasciare tracce significative? E' possibile che Alboino abbia davvero consumato tre lunghi anni della sua vita nell'assedio di Pavia? Perché i Franchi di Carlo Magno si impadronirono tanto facilmente del regno dei Longobardi? Questi alcuni degli interrogativi che qui ci siamo posti e, pur senza la pretesa di risolvere problemi insolubili, abbiamo tentato di rimettere in discussione alcuni dei miti consolidati che si sono venuti stratificando nella storiografia, e di suggerirne qualche revisione riconsiderando anche i criteri con i quali storici e archeologi hanno indagato (talora insieme, talora ignorandosi a vicenda) su quei mondi bensì lontani, ma che ancora sono alla base dell'attuale assetto della nostra Penisola. Nel corso dei secoli altri miti si sono formati sugli "infedeli" o "pagani", cioè su Saraceni, Ungari e Normanni che fra IX e X secolo depredarono sistematicamente gran parte dell'Europa cristiana e, con essa, anche l'indifeso regno italico. Si tratta di vicende che certo non mancarono di recare gravi disagi agli uomini del tempo, ma il cui peso e importanza sono stati deformati da tradizioni popolari di origine letteraria, e spesso anche dall'opera di eruditi distratti o compiacenti. Un discorso a sé meritano in ogni caso i Normanni che da semplici razziatori e mercenari esportatori di violenza sono diventati conquistatori e creatori di regni; per meglio valutare l'indubbio contributo che essi hanno dato allo sviluppo della civiltà europea è nondimeno necessario prescindere, anche qui, da una certa immagine di "superuomini" che si è voluto cucire loro addosso.

Indice:
pag. VII Premessa
IX Avvertenza
Parte prima. Goti, Longobardi e Franchi
3 Le fortificazioni dei Goti in Italia
33 Le frontiere del regno italico nei secoli VI-XI: l'organizzazione della difesa
53 Longobardi in Italia: necropoli medievali e ricerca storica
73 Una "fara" in Collegno
87 Aureliano imperatore e il cavallo di re Alboino. Tradizione ed elaborazione nelle fonti pavesi di Paolo Diacono
105 Vicenza di fronte ai Longobardi e ai Franchi
145 Monselice nell'alto medioevo
Parte seconda. Gli incursori: Saraceni e Ungari
181 Le incursioni saracene e ungare in Europa
209 «Adversus Agarenos et Mauros». Vescovi e pirati nel secolo IX fra Po e mare
225 "Nuove marche" nell'Italia occidentale. Necessità difensive e distrettuazione pubblica fra IX e X secolo: una rilettura
245 I Saraceni sulle Alpi: una storia da riscrivere
267 Aleramo, Acqui e i Saraceni
277 Gavi, i Saraceni e le "infantili tradizioni" di Cornelio Desimoni
293 Liutprando, l'avvocato Decanis e i Saraceni di Malamorte
305 Le incursioni ungare in Italia
317 Il compiacimento della catastrofe: gli Ungari nella Bergamasca e in Friuli
337 I monasteri italiani e le incursioni saracene e ungare
Parte terza. Normanni nel mondo e in Italia
357 L'espansione normanna
387 Gli strumenti e la tattica della conquista italiana
429 Indice dei nomi propri.


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