Ambrogio Lorenzetti

Il Buon Governo

PREZZO : EUR 95,00€
CODICE: ISBN 8843548670 EAN 9788843548675
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Contributi di: , A cura di:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE :
DISPONIBILITA': Esaurito


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Ambrogio Lorenzetti
Il Buon Governo
PREZZO : EUR 95,00€

CODICE :
ISBN 8843548670
EAN 9788843548675

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Contributi di: , A cura di:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:


ANNO:
1995

DISPONIBILITA':
Esaurito

CARATTERISTICHE TECNICHE:
400 pagine
189 ill. a colori, 19 ill. in bianco e nero
Rilegato in tela con sovracoperta e cofanetto
cm 25 x 28

DESCRIZIONE:

"Nel palagio di Siena è dipinta di sua mano la pace e Ila guerra, évi quello s'apartiene alla pace et come le mercatantie vanno sicure con grandissima sicurtà et come le lasciano nè boschi et come tornano per esse. E Ile storsioni si fanno nella guerra stanno perfettamente".
Lorenzo Ghiberti artista grandissimo, uomo infinitamente curioso, appassionato lettore e iniziatore della nostra storiografia artistica parla così in modo laconico e un poco enigmatico nei suoi Commentari del ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti - quel ciclo che noi oggi chiamiamo dei Buon Governo - che decora una sala del Palazzo Pubblico di Siena. Ghiberti aveva un'altissima considerazione per il loro autore, lo stimava, accanto a Giotto, il più grande artista del Trecento, e ne celebrava le qualità, le capacità, la mano, la cultura, la mente: "Ebbe nella città di Siena excellentissimi maestri fra i quali vi fu Ambruogio Lorençetti fu famosissimo et singularissimo maestro, fece moltissime opere". "… Costui fu perfettissimo maestro, huomo di grande ingegno. Fu nobilissimo disegnatore fu molto perito nella teorica di detta arte...". Fino ad esclamare: "...tengono è pittori sanesi fosse (Simone) el miglore, a me parve molto miglore Ambruogio Lorençetti et altrimenti dotto che nessuno degli altri".
Tra il febbraio del 1338 e il maggio del 1339 il pittore senese aveva ricevuto pagamenti per un totale di centotredici fiorini d'oro (un prezzo che va confrontato, ma considerando gli assai maggiori costi della pittura su tavola, con i centoquaranta fiorini pattuiti con il fratello Pietro, per la pala di San Savino per il Duomo di Siena e con i centocinquanta per quella del Carmine) per lo straordinario ciclo, uno dei culmini della pittura trecentesca europea, che andava dipingendo su commissione del governo in una sala del Palazzo Pubblico dove si riunivano i nove membri dell'esecutivo, "governatori e difensori della città", e che fieramente firmò in latino e in lettere capitali "Ambrosius Laurentii de Senis hic pinxit utrinque...".
Su due pareti le pitture esaltano il reggimento comunale mostrandone con vivezza i benefici effetti, nella città e nelle campagne, e rappresentando allegoricamente i valori e le virtù che sottendevano al suo operare, mentre su una terza parete raffigurano, in confronto e in opposizione a queste immagini, la Tirannia accompagnata da una corte di vizi i cui effetti trovano esemplificazione nelle immagini di una città devastata e di una campagna deserta percorsa da soldatesche e a tratti illuminata dalle fiamme degli incendi. Si rivela nelle pitture di questa sala un nuovissimo modo di rappresentare il paesaggio agreste e urbano quale non era mai stato visto in occidente dopo il tramonto della pittura classica e si dispiega qui in immagini nuove e di straordinaria capacità comunicativa di cui i contemporanei percepirono immediatamente l'efficacia, un radicale contrasto tra gli effetti di due regimi, tra pace e guerra (e alla pace e alla guerra ci si riferì per secoli quando si parlava di questo ciclo cui il nome di Buon Governo venne dato più tardi in seguito al commento che nella sua Storia pittorica ne diede Luigi Lanzi), un preciso discorso etico-politico articolato in lunghe iscrizioni in volgare e in eccezionali figurazioni.
Maria Monica Donato indaga in questo volume le origini, i significati, la fortuna e le interpretazioni di questo ciclo; Furio Brugnolo pubblica e commenta i testi delle iscrizioni in volgare, mentre gli schemi grafici di Giancarlo Poli illustrano i diversi interventi di restauro e di ripresa pittorica che il ciclo ha, nel corso del tempo, subito. Qui vorrei solo insistere sulla straordinaria capacità comunicativa di questi affreschi che possiamo misurare dal vivissimo passo di una predica pronunciata da San Bernardino nella piazza del Campo nel 1425, poco prima che li descrivesse il Ghiberti:
"Voltandomi a la pace, veggo le mercanzie andare attorno, veggo balli, veggo racconciare le case, veggo lavorare vigne e terre, seminare, andare a' bagni, a cavallo, veggo andare le fanciulle a marito, veggo le gregge delle pecore... E veggo impiccato l'uomo per mantenere la santa giustizia. E per queste cose ognuno sta in santa pace e concordia. Per lo contrario, voltandomi da l'altra parte non veggo mercanzie, non veggo balli; anco veggo uccidere altrui; non si acconciano case; anco si guastano e ardono; non si lavora terre, le vigne si tagliano, non si semina, non s'usano bagni o altre cose dilettevoli. Non veggo se non la giustizia stare in terra, rotte le bilance, co'le mani e co'piedi legati".
Le eccezionali innovazioni che questo ciclo presenta pongono molti interrogativi sulla loro origine, sulla loro genesi, sul contesto sociale e culturale entro cui nacquero, nonché sulla persona del loro autore.

Indice:
Famosissimo et singularissimo maestro, di Enrico Castelnuovo
La "bellissima inventiva": immagini e idee nella Sala della Pace, di Maria Monica Donato
II Buon Governo
II ciclo pittorico
L'Allegoria del buon governo
Gli Effetti del buon governo in città
Gli Effetti del buon governo in campagna
L'Allegoria del malgoverno
Gli Effetti del malgoverno in città
Gli Effetti del malgoverno in campagna
Le figurazioni nelle fasce decorative
Le iscrizioni in volgare: testo e commento, di Furio Brugnolo
Schemi grafici dei diversi interventi di restauro e ripresa pittorica
Indice dei nomi.


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