Commento dell'editore:
Con Dante si realizza il predominio del volgare toscano e, insieme, il declassamento a dialetto di ogni altra parlata italiana. Nato e formatosi nella Firenze della seconda metà del Duecento, Dante fu testimone diretto dell'ascesa dell'idioma volgare, che andrà via via imponendosi a tutti i livelli, negli usi pratici come pure in quelli letterari. E fu appunto il volgare che egli scelse, legittimò e raffinò come strumento espressivo nelle sue opere, dalla «Vita nuova» al «Convivio», alle liriche e alla definitiva consacrazione della «Commedia». Questo libro traccia un prezioso profilo della lingua dantesca, di cui vengono illustrate le caratteristiche morfologiche, lessicali, sintattiche e stilistiche.
Indice:
Premessa
I. Firenze e la Toscana all'epoca di Dante. Lo sfondo storico, economico e sociale
II. La situazione linguistica. Profilo del fiorentino del Duecento
III. Dante e il volgare: premessa
IV. La legittimazione del volgare nella «Vita nuova» e nel «Convivio»
V. Il «De vulgari eloquentia»
VI. Il linguaggio poetico dalle liriche della gioventù a quelle della maturità
VII. L'esperienza (dantesca?) del «Fiore» e del «Detto d'amore»
VIII. La prosa della «Vita nuova» e del «Convivio»
IX. La «Commedia» e il suo plurilinguismo: fra teoria e prassi
X. Fonetica e morfologia della lingua della «Commedia»
XI. Il lessico della «Commedia»
XII. L'allotropia nella «Commedia»: aspetti stilistici
XIII. Dialettalità e inserti alloglotti nella «Commedia»
XIV. Sintassi e stile della «Commedia»
XV. La fortuna trecentesca della «Commedia»
Antologia di testi
1. Il quadro linguistico della Toscana: "De vulgari eloquentia", I XIII 2-3
2. La lirica dantesca dalle "dolci rime" al "parlar aspro"
3. Aspetti della prosa dantesca
4. Aspetti del plurilinguismo della "Commedia": un dialogo infernale e una visione paradisiaca
Bibliografia
Indice analitico
Indice dei nomi