La fortuna dei Medici. Finanza, teologia e arte nella Firenze del Quattrocento


PREZZO : EUR 11,00€
CODICE: ISBN 8845296016 EAN 9788845296017
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: Traduzione di:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : . Saggistica
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
La fortuna dei Medici. Finanza, teologia e arte nella Firenze del Quattrocento

PREZZO : EUR 11,00€

CODICE :
ISBN 8845296016
EAN 9788845296017

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: Traduzione di:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
. Saggistica

ANNO:
2018

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
240 pagine
Brossura
cm 13 x 19,8

NOTE:
Titolo originale: Medici Money. Banking, Metaphysics, and Art in Fifteeent-Century Florence

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
I banchieri della famiglia Medici vissero nel solco di un'era di grandi innovazioni e di sommosse popolari, in una penisola frammentata e contesa dallo Stato pontificio e dal Sacro romano impero. La loro fortuna comincia nel 1397, quando Giovanni di Bicci, insieme ad alcuni soci, fonda una piccola banca a Firenze. Un'impresa remunerativa ma carica di rischi, compresa la condanna della Chiesa per usura. Per cinquant'anni un'accorta gestione e una sofisticata organizzazione societaria, sostenute da un'abile strategia politica e propagandistica, consentono ai Medici di espandersi in tutta Europa, in un'irresistibile ascesa al potere che li porterà a trasformarsi da facoltosi banchieri in politici influenti, e infine in signori incontrastati di una Firenze sempre meno repubblicana. La saga familiare di cinque generazioni di Medici e della loro banca - la sua ascesa e il suo lungo declino - consente a Tim Parks di ripercorrere con l'occhio del romanziere la storia modernissima e affascinante del Quattrocento italiano, dal nascente sistema finanziario continentale ai fasti dell'arte toscana del primo Rinascimento. Ma è anche una storia che spiega come questa famiglia abbia influenzato il nostro modo di percepire il rapporto tra la cultura alta e il denaro, nonché il nostro radicato atteggiamento di sospetto nei confronti della finanza internazionale e dei suoi legami con la religione e la politica.


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