Dante e la Bibbia


PREZZO : EUR 24,00€
CODICE: ISBN 8875061793 EAN 9788875061791
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : . Supplementa
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Dante e la Bibbia

PREZZO : EUR 24,00€

CODICE :
ISBN 8875061793
EAN 9788875061791

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
. Supplementa

ANNO:
2007

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
192 pagine
Brossura con alette
cm 17 x 24 x 1,5
gr 500

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
"Questo è un libro che costringe a ripensare la Commedia nel suo significato complessivo. E, con essa, anche il Vangelo di Giovanni"
Pietro Gibellini, Avvenire
Dante ha impostato la Commedia come "poema sacro" (Pd XXV 1; "sacrato poema" in Pd XXIII 62), a imitazione della Bibbia: i primi due regni secondo un apparente spirito legalistico biblico (più attenuato nel Purgatorio), il terzo a imitazione del vangelo di Giovanni; alla luce del terzo si potranno e dovranno rileggere con diverso spirito anche i precedenti. La Commedia poi riprende e coinvolge tutta l'attività di Dante, a partire dalla Vita Nuova, che è citata letteralmente nel poema e che già si concludeva con la visione che sarà al centro del poema e con l'impegno di dedicare il resto della vita a prepararsi per cantare degnamente tale visione.
Perciò un esame del rapporto fra la Commedia e il vangelo si rivela necessario per comprendere quello fra l'opera completa di Dante e l'intero corpo biblico, rapporto che, esaminato nei dettagli, comporterebbe ben altra mole di lavoro, solo in parte intrapreso programmaticamente da molti valenti studiosi in un convegno dedicato a tale argomento vent'anni fa. Le citazioni bibliche, dirette o indirette, sono numerosissime; ne sono state contate circa cinquecento nella sola Commedia e sono segnalate in ogni edizione scolastica del poema; molte (se non tutte) sono state esaminate individualmente in articoli specialistici o in letture dantesche, ma raramente in una prospettiva che aiuti a inquadrarle nel loro complesso. In particolare è frequente, e spesso rilevato dalla critica, il ricorso a immagini e citazioni bibliche in Inferno, anche nei discorsi di Virgilio, ma non mi risulta che ne sia stata data una spiegazione complessiva convincente; in Purgatorio è vistoso il parallelismo di esempi biblici e mitologici, mentre in Paradiso prevalgono le similitudini con episodi mitologici.
Scopo principale di questo studio è dunque quello di riconoscere il fondamento del rapporto stretto che c'è tra la Commedia e la Bibbia e in particolare i vangeli; tale riconoscimento porterà a individuare alcuni aspetti centrali di questi e di quella, di solito trascurati dalla critica. Nell'esame dei testi biblici mi servirò solo della versione latina della Vulgata, di cui si serviva Dante che, come tutta la sua epoca, ignorava il greco.
(Dalla Premessa dell'Autore)

Quarta di copertina:
Dante si ispira strettamente al vangelo di Giovanni, ma, anziché iniziare come lui "in principio" a imitazione della Genesi, inizia "nel mezzo", dalla fase legalista, come Israele nel deserto e come Lazzaro: si è smarrito "tant'era pien di sonno" (If I 11), così come "Lazzaro s'è addormentato" (Gv 11,11) esattamente "nel mezzo" del vangelo di Giovanni. Come le sue sorelle (Maria e Marta) invocano Gesù a favore del "tuo amico" (Gv 11,3), così Maria e Lucia sollecitano Beatrice (immagine di Gesù) a intervenire per "quei che t'amò tanto" (If II 104, cfr. v. 61, "l'amico mio"), e come Gesù "amava" Lazzaro e "perciò" attese che morisse (Gv 11,5-6), così per amore Beatrice manda Virgilio a condurre Dante in inferno (If II 72), perché "non li era altra via" (Pg I 62) "fuor che mostrargli le perdute genti" (Pg XXX 138). Poi Gesù chiamerà Lazzaro per nome per risuscitarlo; allo stesso modo in Eden, quando finalmente Dante ritrova Beatrice, lei lo chiama per nome, l'unica volta nel poema in cui compare il suo nome, "di necessità", per fargli completare la confessione e disporlo a salire al cielo (Pg XXX 55). Dante ha colto il senso della risurrezione di Lazzaro e l'ha applicato a sé, riconoscendo anche il valore di stimolo, se non del peccato in se stesso, almeno della consapevolezza del peccato. Il poema è tutto un autoesame autocritico, essenziale alla conversione e al ritrovamento di Dio in sé.
Che Lazzaro rappresenti l'autore del vangelo e che quindi la sua morte e risurrezione siano simbolo di un peccato "mortale" e della sua successiva conversione, è ormai sempre più accettato, ma era già implicito in Dante, che sprofonda per tre giorni in infemo come Lazzaro per risuscitarne e convertirsi.

Indice:
pag. 5 Premessa
7 I. Sostanziale opposizione di Gesù alla Legge, rappresentata dal Battista
19 II. Virgilio immagine del Battista
31 III. La giustizia divina e la Legge: il rifiuto del fondamentalismo etico
41 IV. Il vangelo come modello alla Commedia
51 V. Opposizione dei vangeli e della Commedia al fondamentalismo esegetico come a quello etico. Rota intra rotam
65 VI. Le due ruote nel cielo dei sapienti: Francesco alter Christus e Domenico alter Baptista
81 VII. Escatologia realizzata
97 VIII. Il "contrapasso" e il taglione
107 IX. La risurrezione, di Gesù e degli uomini
119 X. Dante ha strutturato il Paradiso in base ai "segni" di Giovanni. Il "principio" dei segni: le nozze di Cana e le suore tratte dal convento al matrimonio
139 XI. Il secondo cielo e segno: onore e gloria e segni prodigiosi
145 XII. Il terzo cielo e segno: amanti e trasgressioni della Legge
153 XIII. Il quarto cielo e segno: i sapienti e il segno del pane
161 XIV. Il quinto cielo e segno: crociati e violenti, ciechi dalla nascita, e la lode del tempo "antico"
171 XV. Il cielo della giustizia mondana e la risurrezione di Lazzaro
183 XVI. Il cielo della giustizia divina e la risunezione del Verbo
193 XVII. ll Purgatorio e il vangelo di Matteo (Padrenostro e Beatitudini)
201 XVIII. Un esempio di ricerca e di nuove interpretazioni: Cavalcanti
217 Bibliografia


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